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Set

“Lo Sport un sorriso per la vita…oltre barriere e frontiere” il premio alla carriera consegnato a Novella Schiesaro ex nazionale di basket

È stata una serata ricca di contenuti! La rassegna: “Lo Sport un sorriso per la vita…oltre barriere e frontiere” giovedì, al sesto appuntamento, è stata impreziosita dalla bella favola sportiva dell’ex azzurra di basket Novella Schiesaro, attuale coach della Bull Basket Latina.
Come ricorda Paolo Iannuccelli nel suo libro, la definirono la “lieta” Novella. Così aprivano i giornali quando la raccontavano. La “lieta” Novella ha segnato la storia del basket femminile di fine ‘900 ed inizio 2000.
“Lo sport è la mia vita! Ho avuto una bellissima carriera. In tenera età ho lasciato Latina per andare a Cesena in serie A. Ringrazio i miei genitori per avermi sostenuti nella difficile scelta. L’ avventura sportiva, mi ha regalato gioie e dolori. Ho fatto tanti sacrifici, ma sono stata ben ripagata dalle tante soddisfazioni”. Suonano forti le prime parole di Novella nell’evento a lei dedicato.
La serata è una di quelle che terrò ben incisa nel mio album personale fatto di racconti, interviste e scritti dedicati allo sport e ai personaggi che hanno firmato la storia di questi anni e del secondo novecento.
Novella Schiesaro, ancora una volta, ci ha emozionati! È entrata in campo con la stessa grinta, la stessa naturalezza e semplicità che hanno contraddistinto i suoi anni fatti di sogni, sacrifici e canestri. Il collega della RAI Franco Lauro, dall’alto avrà sorriso. Nelle telecronache di Franco la “lieta” Novella era l’attrice principale. La giusta scena che prendono sempre gli atleti che ci mettono anima e testa, mandando il cuore oltre ogni ostacolo. Gli eroi e le eroine sportive prediletti da noi menestrelli, raccontatori dello sport.
Per solidarietà femminile, la serata è stata aperta Nadia Gigante del Panathlon Club Latina, dirigente sportiva di una società che regala ai giovani la gioia dei pattini a rotelle. Nadia apre le scene con parole quasi fotografiche: “Novella Schiesaro è diventata campionessa con la forza degna solo dei più grandi dello sport. Se fosse stato un uomo sarebbe sempre in prima visione. Voglio così mettere l’accento sulle differenze ancora sostanziali tra lo sport rosa è quello maschile. Una disuguaglianza ingiusta e ancora da sanare. È stata una delle belle bandiere del Panathlon. Ancora oggi veicola tra i giovani i veri valori dello sport”.
I giovani e lo sport sono argomenti scottanti. Noi amanti della “magia” dell’arte sportiva non comprendiamo perché lo sport non sia un punto fermo nelle scuole.
“La scuola dovrebbe dedicare strutture e momenti specifici all’educazione fisica. È incomprensibile che così non è… – una breve pausa e poi Novella continua emozionata – I giovani non devono aver paura di sognare! Senza il mio sogno, non starei qui a raccontare di mondiali, europei, Olimpiadi, medaglie e sconfitte. Ho sofferto soprattutto per i rapporti difficili avuti con alcuni allenatori. Tutti fattori e disagi determinanti ai fini dei successi ottenuti. Insieme a mio marito Massimiliano, condivido il progetto della Bull Basket. La missione è quella di insegnare ai giovani la cultura e i valori dello sport. Alcuni di loro diventeranno campioni nello sport, ma tutti dovrebbero ambire a diventare campioni nella vita”.
Poi suonano perentorie le parole di Paolo Iannuccelli, racconta i primi passi della “lieta” Novella con la Cestistica Latina di Pennacchi, suo primo allenatore.
“Novella è stata un emblema del basket pontino e nazionale. Già tredicenne evidenziava tutta la forza espressa poi in carriera. Cesena ha rappresentato un passaggio importante. Era il basket dei seimila spettatori a partita. Il suo successo vale doppio, Novella ha combattuto, ha vinto e si è imposta in un basket ricco di talenti. È stata la più forte pivot italiana di quegli anni”.
A quel punto non potevo che dedicare uno spazio alla lettura di uno stralcio dell’appassionante libro di Paolo che su Novella recita: “La conobbi bambina, era la nipote di una signora di Correggio che viveva con il marito in via Spalato. In Romagna è maturata ed ha imparato molte cose. I romagnoli hanno il senso della provvisorietà della vita, il gusto della beffa e un insaziabile bisogno di libertà. Il suo curriculum è di quelli che lasciano senza fiato: nel 1995 Oro alle Universiadi in Giappone e Argento agli Europei, nel 1996 le Olimpiadi negli Stati Uniti. E poi sei titoli giovanili, due scudetti nazionali, una Coppa Campioni, due Coppe Ronchetti, tre Coppe Italia, due Super Coppe, un Europeo a Brno. Scudetti, Coppa dei campioni, Coppa delle Coppe, Coppa Italia e tricolori giovanili di club nelle categorie allieve, cadette e juniores. Tanti titoli tutti da protagonista, che ne fanno una delle giocatrici più rappresentative d’Italia”.
La favola sportiva di Novella ha avuto l’apice in maglia azzurra. Le centocinque presenze con la nazionale femminile di basket la mettono al secondo posto, dopo Andrea Giani del volley, per il numero di volte in cui un’atleta pontino ha vestito la casacca azzurra. È un primo posto d’onore, se si paragonano il numero degli impegni rosa rispetto a quelli degli azzurri maschietti.
Parlando d’azzurro, non mi è sfuggito il suo rammarico per l’argomento sugli allenatori ostici e su quelli ingiusti. Del resto, spesso negli ambiti agonistici per schemi “preconfezionati” e “preconcettuali”, si possono perdere per strada atleti potenzialmente validi.
“Sono stata una giocatrice difficile da gestire. Ho sempre espresso i miei pareri ed ho sempre avuto difficoltà ad inquadrarmi in canoni e comportamenti di circostanza. Per molti addetti ai lavori era un difetto. Non ho accettato compromessi ed ho sempre lottato per essere me stessa nel bene e nel male. A Cesena, coach Paolo Rossi, mi ha messo duramente alla prova. Mi diceva che era meglio che andassi a fare le piadine invece di sognare il basket. La più grande soddisfazione fu però, la telefonata di stima che mi fece poi in occasione della vittoria europea. Il segnale che mi voleva bene! Il modo duro era solo la sua modalità per aiutarmi a migliorare. Era un allenatore ostico, ma giusto. Poi mi sono scontrata con quelli ingiusti…”.
Come ogni storia anche questa bella favola sportiva è stata costruita dalla contrapposizione di gioie e dolori…. Gli chiedo di quel buco azzurro dal 1991, anno del suo debutto in nazionale, fino al 1994 periodo in cui si incollò quella maglia tricolore. Il suo volto cambia espressione, il tono diventa secco, quasi arrabbiato. Sembra la Novella che in trance agonistica entrava in campo per fare il canestro della vita.
“Si! In maglia azzurra avrei potuto superare le 105 presenze. Coach Franco Novarina, mi chiamò nel 1991 per gli europei di Israele, dove arrivammo settimi. Poi, non fui più convocata né da lui né dal suo successore Aldo Corna, perché mi imputavano di essere grassa. Per me è stata una sofferenza, la ritenevo un’offesa. Grazie al mio fisico possente ero arrivata in alto e quelle strumentalizzazioni offesero la mia dignità. Non mi diedi per vinta e continuai a sognare l’azzurro, che poi arrivò grazie a coach Riccardo Sales. Veniva dal basket maschile, non conosceva nulla del mondo femminile, quindi decise di partire da zero. Mi chiamò per il primo stage e fu sorpreso dal fatto di non avermi già trovato in nazionale. Per vincere si deve giocare anche contro gli eventi, aspettando il momento giusto per dimostrare il proprio valore. Devo ringraziare Sales l’uomo giusto che illuminò il mio cammino azzurro.”.
Conclude sottolineando l’importanza della Bull Basket condivisa con suo marito Massimiliano De Maria, nonché Presidente del club. Il suo sguardo vola nel dietro le quinte, lo incrocia con la giovane figlia. Non lo dice! Ma chissà un giorno parleremo della figlia della grande Novella Schiesaro…
Le premiazioni chiudono il sipario. La puntata televisiva sarà trasmessa dal gruppo di Gold Italia e rimarrà per sempre fruibile sul web. Le storie dei grandi sportivi vanno oltre il tempo…
Il mio grazie speciale va a te Novella per averci aperto l’album della tua bella ed emozionante favola sportiva.
Pierluigi Grande

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